Declinare la cooperazione per innovare economia e società

La cooperazione, nel corso della sua storia ultracentenaria, ha fatto pensare a tanti accostamenti per definirne l’essenza, basti pensare al ‘calabrone’ di Barberini o al ‘razzo’ di Viviani ma, forse, mai si era pensato al tango.

 

viviani - manes 21.05.14

 

All’Università degli Studi di Salerno, in apertura dei lavori del convegno ‘Declinare la cooperazione per innovare economia e società’, Organizzato dalla Fondazione Unipolis con l’Università degli Studi di Salerno, Dipartimento di Studi e Ricerche Aziendali – Management and Information Technology, occasione per la presentazione de la ‘Piccola guida alla cooperazione. Un avvicinamento non un manuale’, il prezioso libro di Mario Viviani, Francesca Manes Rossi (UniSa), ha detto: “Leggendo l’originale lavoro sulla cooperazione di Viviani, mi è venuto in mente Osborne quando dice che ci vogliono due persone per ballare il tango e che come questo non si apprende guardano chi balla o leggendo un manuale ma praticandolo: così è la cooperazione”. Il Magnifico Rettore, Aurelio Tommasetti e Paola Adinolfi, Direttore del Dipartimento di Studi e Ricerche Aziendali hanno portato il saluto dell’Università ai convenuti, sottolineando l’importanza del sistema cooperativo. Mario Viviani ha spiegato che il libro è la rielaborazione di vari aspetti che raccontano e spiegano il modello di impresa e le radici e l’identità cooperativa, a beneficio dei collaboratori di Unipol che non nascono cooperatori. “Quando si parla di cooperazione – ha detto – non si tratta solo di un fenomeno economico, giuridico o organizzativo – amministrativo, la cooperazione fa parte della storia delle classi e del lavoro. Nasce ancor prima delle forme organizzate di partito e per comprenderne il senso occorre rifarsi a tre criteri: i bisogni, il lavoro e i comportamenti etici”. Secondo Viviani “le cooperative sono manifestazioni umane con una veste giuridica ed esiste sempre il rischio che il fare impresa possa erodere l’idealità”, limitandone così la mission e, dunque, la capacità di rispondere ai bisogni, non solo economici, per cui nascono. Marco Bisogno (UniSa), ha posto la necessità di studiare la cooperazione, da parte degli economisti aziendali, con un abito mentale differente, avendo “colpevolmente trascurato questo modello imprenditoriale”.

 

catalano - stefanini 21.05.14

 

Mario Catalano, Presidente Legacoop Campania, ha delineato il quadro della cooperazione nel Mezzogiorno e nella propria regione ed ha sottolineato come sia limitativo per la cooperazione essere trattata solo nei master e di come ci sia bisogno di introdurla, come vera e propria materia di esame universitario, nei corsi di laurea di economia. Pierluigi Stefanini, Presidente Fondazione Unipolis, ha raccontato sinteticamente le origini della cooperazione e la sua capillare presenza nel mondo ed ha aggiunto: “I cooperatori, purtroppo, si raccontano poco perché preferiscono il fare al narrare”, quindi, bene una pubblicazione come quella di Viviani ma, “per contro, la mancanza di una più vasta attenzione alla cooperazione è frutto anche di una colpevole volontà degli osservatori esterni che pensano con un pensiero unico che, ad oggi, ha prodotto milioni e milioni di disoccupati in tutto il mondo”. Stefanini ritiene l’universo cooperativo, se pure più disposto ad operare nella società, comunque a rischio di autoreferenzialità, così come lo è diventato lo Stato, la politica e la rappresentanza in genere. In un mondo in continua, vertiginosa evoluzione, si deve quindi lavorare su due questioni fondamentali: “alla costruzione di una diversa gerarchia di bisogni” e a “continuare ad investire sulla propria capacità di gestire relazioni sociali e tra le persone”. E ha spiegato come, ad esempio, Unipol abbia avviato una serie di azioni che, leggendo i nuovi bisogni, rispondono con concretezza alla nuove povertà: circa 500mila persone potranno pagare la polizza a rate mensili, a tasso zero; una campagna di educazione su temi economici e finanziari e sulla cultura del rischio; una campagna per contrastare il gioco d’azzardo, tema sociale di scottante attualità. Paolo Ricci, Presidente GBS (UniSannio – Roma Tre), sottolinea l’importanza prospettica della cooperazione e del testo di Viviani che contribuisce a chiarire, nella sua totalità, la valenza economica e sociale del movimento cooperativo “che riesce a coniugare democrazia e partecipazione là dove il capitalismo ci aveva abituato ad altro”.

 

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