Un Congresso che guarda al futuro con l’orgoglio di essere cooperatori e di esserlo come Legacoop: questa potrebbe essere la sintesi di questo 39° Congresso, degli interventi che si sono succeduti e che ha aperto anche le riflessioni di Mario Catalano, presidente Legacoop Campania, alla platea dei delegati.

 

 

Due i temi su cui Catalano ha concentrato la sua attenzione: la declinazione del concetto di solidarietà ed il rapporto delle grandi cooperative con il Mezzogiorno. Due questioni intimamente legate tra loro e che si connettono alla necessità di “valorizzare le migliori realtà meridionali, aiutando le cooperative più dinamiche a crescere”, in sinergia con i territori che hanno dimostrato capacità di rappresentanza e che esprimono eccellenze nei diversi settori di produzione. La cooperazione, dunque, come motore di sviluppo del nostro Paese, che può ripartire solo se riparte anche il Sud. A proposito della rappresentanza, Catalano ha sottolineato l’importanza di non cedere alle lusinghe di modelli che possono sembrare più dinamici e innovativi: “il modello Confindustria non è il nostro modello, noi siamo un’altra cosa”, ha detto, ponendo in risalto l’importanza della distintività cooperativa che rimane il punto di forza di un modello imprenditoriale che viene dal basso e che, storicamente ha assolto la funzione di liberare le persone dai bisogni.

 

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