Consumi e potere d’acquisto al Sud

Un Paese spaccato in due, con pochi ricchi, sempre più ricchi ed una povertà sempre più diffusa, con uno sbilanciamento a sfavore del Mezzogiorno che diventa ogni giorno più preoccupante per quanto riguarda la capacità di spesa delle famiglie e l’occupazione giovanile, notevolmente più alta della media nazionale.

foto conf. stampa 31.04.15

Questo in estrema sintesi il quadro emerso dalla conferenza stampa, organizzata a Napoli da Unicoop Tirreno e Federconsumatori Campania, per presentare i dati, soprattutto sui consumi, del Rapporto annuale Coop ed il Protocollo d’intesa con il Comune di Napoli sulle eccedenze alimentari. Dal Rapporto, sul piano generale, emerge anche una parziale inversione di tendenza che invita ad un cauto ottimismo.

“Dopo alcuni anni difficilissimi – dice Massimo Pelosi, ACC Distretto Tirrenico Coop – gli indicatori mostrano che l’economia ha rallentato la caduta. Nell’ultimo anno, il Pil e i consumi si sono limitati ad oscillare in prossimità dei minimi, anche se non hanno ancora avviato una tendenza al rialzo”. Di fatto, nel 2014 i prezzi al consumo si sono ridotti ed i consumi non sono caduti con un segno meno importante come negli ultimi anni. Il settore pubblico rimane costoso ed inefficace e, in una fase di deflazione, crescono in modo significativo solo le tariffe pubbliche, una contraddizione tutta italiana. “In questo quadro – ha aggiunto Pelosi – nel Meridione la crisi sociale è ancora più grave che nel resto d’Italia. Dire che sia allo sbando non è poi così sbagliato, se prendiamo solo il dato della disoccupazione che in sei anni è passata dal 13 al 21,7 % al Sud, andando a formare un vero e proprio esercito di senza lavoro”. Rosario Stornaiuolo, Presidente Federconsumatori Campania, sottolinea come a Napoli, terza città italiana per numero di abitanti, un bambino su tre non abbia un pasto assicurato. “C’è una povertà nuova – ha detto – fatta di genitori separati, di giovani coppie, che non è quella conosciuta in passato e il raggio si allarga sempre di più”. Stornaiuolo chiede più attenzione da parte delle istituzioni, che non riescono a cogliere le opportunità che possono venire, ad esempio, da eventi straordinari come Expo’2015, “dove si parlerà poco della Campania e delle sue eccellenze alimentari”. E, a proposito di agroalimentare, chiede anche a Coop di fare il punto sulla presenza sui propri scaffali delle produzioni del Mezzogiorno. Sergio Caruso per Unicoop Tirreno, risponde sottolineando come Coop in Campania, in un periodo in cui gli stessi consumatori locali non volevano acquistare prodotti del territorio ha difeso queste produzioni, con una campagna di stampa su scala nazionale, certificandone la salubrità. “L’impegno Coop in Campania – dice – non è solo etico perché attento alla salvaguardia delle condizioni e dei posti di lavoro, ma perché attivo anche sul piano sociale, con tante iniziative rivolte alla tutela ambientale e delle persone”. Mario Catalano, Presidente Legacoop Campania, riprende proprio da questa assunzione di responsabilità di Unicoop Tirreno verso il territorio: “La presenza di Coop è presidio e garanzia di legalità e ricchezza in termini, sia economici che sociali, per la nostra regione. Basti pensare al rispetto dei diritti dei lavoratori nelle proprie strutture, alla vigilanza e ai controlli di qualità sui prodotti venduti. Quando è esplosa l’emergenza ambientale in Campania, Coop ci ha messo la faccia ed ha difeso le nostre produzioni”. A proposito di impegno, Legacoop Campania ha firmato un protocollo d’intesa con il Comune di Napoli per sostenere e diffondere una nuova cultura del dono e del recupero del cibo e della conseguente lotta allo spreco. All’interno di questo accordo, Unicoop Tirreno avrà un ruolo da protagonista con il progetto del ‘Buon Fine’, che già da diversi anni svolge attivamente e con successo in Campania. Rosario Trefiletti, Presidente Federconsumatori, ha insistito molto sulla necessità di unire le forze per chiedere al governo un maggiore impegno sulle politiche per il lavoro. “I consumi – dice – non si mettono in moto se si abbattono i prezzi. Può essere un aiuto, ma non la soluzione. Questo Paese può avere una possibilità se si ricostruisce un mercato del lavoro degno di questo nome. Occorre una politica keinesiana di sviluppo”. Conclude Pelosi: “Il quadro generale non è tutto buio. Dagli elementi di positività emersi dal Rapporto, si ha l’impressione di un Paese alla ricerca di un futuro possibile”. Recessione economica, demografia e internet stanno cambiando le famiglie italiane. “Sfibrati dalla lunghissima recessione – dice Pelosi – gli italiani provano a guardare avanti sapendo di dover fare i conti con minori risorse economiche e un futuro ancora incerto. Nei nuovi stili di vita prevale una frugalità intelligente fatta di rinunce, benessere e utilizzo delle nuove opportunità concesse dalla rete”. “Tra le proposte che ci sentiamo di fare – conclude Pelosi – nel medio periodo, riprendere una politica di riforme, a partire dalle liberalizzazioni e dai provvedimenti antimonopolistici che generino ricadute positive sul potere di acquisto delle famiglie (farmaci, energia, servizi finanziari)”. Aggiunge Catalano: “Facciamo un appello anche ai candidati a Presidente regionale nella speranza che sviluppino in futuro politiche meno restrittive nei settori dei servizi, commercio compreso, rispetto all’attuale quadro istituzionale sempre meno attento ai settori economici ed a politiche sociali adeguate”.

 

 

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