Noi…40 anni Coop Nuovo Cilento. Il nostro futuro: l’agricoltura di collina e di montagna

‘Sono state giornate di ricordi ma anche di studio e di discussione sul futuro’ – dice Elio D’Agosto, presidente della Cooperativa Nuovo Cilento.

agosto coop nuovo cilento 2016

‘Abbiamo voluto prevedere – continua D’Agosto – non solo la prassi dei festeggiamenti, in cui abbiamo raccontato la nostra storia, ma anche alcune giornate di studio e di sperimentazione sul campo di tecnologie innovative ed ecocompatibili per l’agricoltura dei territori di collina e di montagna’. ‘Viviamo una fase – sottolinea D’Agosto – in cui troppi si occupano di fondi europei per l’agricoltura e troppo pochi o nessuno si occupa di agricoltura, soprattutto di quella di collina e di montagna, che rappresentano il 76% del territorio dell’Italia e l’85% della Campania. Qui si ritrovano la qualità Italia e le zone più vocate all’agricoltura biologica. La nostra storia dimostra come si possa partire dall’abbandono per diventare leader della produzione di prodotti di qualità in Campania’.
La cooperativa agricola Nuovo Cilento, che ha sede a San Mauro Cilento, associa 370 produttori, proprietari di 2.500 ha di terra, sparsi nel Parco Nazionale del Cilento.
‘Il nostro impegno – dice Giuseppe Cilento, altro storico presidente della Cooperativa – prosegue soprattutto nel porci e nell’affrontare problemi di rilievo nazionale e non solo. Perciò, oltre a festeggiare, come è nella tradizione della nostra AgroFesta, abbiamo affrontato tre problematiche dei terreni di collina e di montagna, di cui non si cura più nessuno: l’innovazione tecnologica per i terreni di collina e di montagna (il 76% del suolo italiano); il miglioramento dei suoli di collina e di montagna attraverso il compostaggio degli scarti di produzione con il supporto dell’agricoltura organica rigenerativa e una migliore gestione dei pendii; il posto da riservare alla pastorizia nei corridoi ecologici con l’uso del fuoco prescritto’.
Quello che è emerso con forza è che bisogna dare una accelerazione. L’industria agromeccanica italiana fattura per il 70% all’estero e per il 30% nelle nostre pianure, mentre non trova conveniente investire sulla collina e la montagna italiana. ‘I trattori radiocomandati stabilissimi – prosegue Cilento – sono stati inventati per le scarpate delle autostrade. Noi per la prima volta li abbiamo mostrati dotati di attrezzi agricoli. Inoltre, abbiamo raggiunto risultati straordinari, unici al mondo, nel riciclo della sansa delle olive. Ora dovremmo passare ad un uso più esteso e industrializzato’.
‘Abbiamo sperimentato il fuoco prescritto per l’aumento della biodiversità e per la pastorizia con risultati eccellenti, ma limitati – conclude Cilento – perché le leggi nazionali e regionali hanno interrotto consuetudini che risalgono a diecimila anni fa, senza introdurre nulla di efficace. Così abbiamo distrutto la pastorizia e nessuno di noi mangia più formaggio di animali che si nutrono di erba!’.
‘Il nostro impegno – incalza D’Agosto – ci ha posto nella condizione di comprare il nostro frantoio solo con le nostre forze e di diventare il centro di produzione olivicolo più importante della Campania, sia per qualità (DOP, BIO), che per quantità. Per questo, queste giornate in cui si sono ritrovati a San Mauro, a discutere con noi, tecnici prestigiosi, imprese innovative, grandi imprese, i nostri contadini e pastori, sono molto importanti per lanciare un piano nazionale di riduzione dei costi, di rigenerazione dei terreni collinari e montani, distrutti da pratiche agricole insensate’.
E, in effetti, la cooperativa Nuovo Cilento è riuscita a convincere a partecipare e a mettere insieme alla loro sfida innovativa sia industrie del Nord (sono venute da Vicenza e da Piacenza per le prove di campo, come Bosco ed Energreen), sia agronomi di DEAFAL di Milano, con propaggini nell’agricoltura organica dell’America Latina (Jairo Restrepo Rivera), sia esponenti del mondo universitario campano impegnati sul campo.
Sono state presenti due delegazioni, una delle Langhe, precisamente di Alba, sindaco Marello in testa, e una di Bologna, con l’assessore Monti, comune gemellato con il territorio del Cilento, oltre ai massimi esponenti italiani della cooperazione agricola e del consumo, Turrini e Calzolari, insieme a tecnici e rappresentanti istituzionali della Regione Campania e del Ministero, come l’assessore Lepore o il consigliere Picarone.

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