Noi…40 anni Coop Nuovo Cilento. Dalle ‘cocciare’ al ‘metodo’

Raccontare una storia lunga 40 anni, non è facile, soprattutto se il ricordarsi vuole essere anche un modo per trasferire ai più giovani un indirizzo, un suggerimento, un esempio e per dire che anche in Campania è possibile fare insieme e così creare posti di lavoro e futuro.

noi 40 anni nuovo cilento 2016

Forse solo in una terra dove il senso del tempo è quello giusto, quello della misura che uomini e donne hanno trasferito dalla natura ai propri passi, prendendone la sapienza e trasformandola in buono e sano vivere, che un americano ha scoperto ed ha fatto diventare un modello per tutto il mondo, che si poteva riuscire, con il pregio della gentilezza e dell’accoglienza tutto cilentano, a raccontare la storia della Cooperativa Nuovo Cilento.

studio in campo compost

Sono partiti dai bambini, i soci della cooperativa campana, che hanno narrato la storia dell’ulivo, accompagnandoci in questo viaggio avventuroso, da una parte, perché senza nessuna certezza sull’esito finale all’inizio e perché pieno delle idealità di una stagione trascorsa in cui il personale era politico e si voleva cambiare il mondo partendo dal collettivo; assolutamente concreto, dall’altra, perché basato sulla volontà di costruire il futuro là dove affondavano salde le loro radici, come quelle degli alberi che sono diventati la storia della Cooperativa Nuovo Cilento. C’era una volta, dunque, la storia dell’ulivo, dalla Bibbia ai giorni nostri; c’erano a San Mauro Cilento le donne che venivano chiamate in gruppo per la raccolta delle olive, quando tutto si faceva ancora a mano, ed erano dette le ‘cocciare’.

macchina scuotitrice

Era un tempo in cui venivano impiegati anche i bambini, quando “l’annata era bbona”, cioè quando il raccolto era abbondante. E poi l’olio, a cui le credenze popolari attribuivano addirittura poteri soprannaturali per togliere il malocchio e custodi di questa tradizione, al Sud, erano sempre le donne. Si fa il segno della croce tre volte mentre, contemporaneamente, si recita: “uocchio maluocchio, forbicella all’uocchio; crepa la mmiria e schiatta lu maluocchio”.

cumulo compost sansa

L’ulivo, pianta tenace, come tenaci sono stati i soci fondatori della Cooperativa Nuovo Cilento; cocciuti e determinati, contro chi tentava di scoraggiarli e il notaio dovette attendere che si facesse notte per stipulare l’atto costitutivo, così che gli uomini tornassero dai campi. Il primo presidente si chiamava Emilio Cilento e Pietro Margarucci è l’unico componente del primo Consiglio di Amministrazione ancora in vita. Oggi, dopo 40 anni, Giuseppe Cilento, già presidente della Cooperativa, spiega di come sperano di poter consegnare ai giovani un metodo, ‘il metodo Nuovo Cilento’. In primo luogo, occorre tenere a mente la teoria dei tre anni. “oggi abbiamo sperimentato le macchine più innovative per l’olivicoltura, ma per comprare il primo trattore, con un prestito di 100mila lire, ci mettemmo tre anni”. Per dire che le persone devono essere serie e laboriose, ma poi devono anche necessariamente perseverare. Si parla di tanta fatica con gli occhi lucidi e, intanto, scorrono le foto delle AgroFeste, e anche questo fa parte del ‘metodo’, cioè la capacità, la voglia e il vantaggio dello stare e fare insieme. “A questo – dice Giuseppe – servono le cooperative. Pensate se mai ognuno di noi, da solo avrebbe potuto acquistare le macchine, per esempio”. E sono tanti i nomi che Giuseppe ed Elio, D’Agosto, l’attuale presidente della Cooperativa, ricordano, legando ad ognuno un episodio, un aneddoto per spiegare lo straordinario contributo che hanno dato. Si sentono sussurri e plausi in platea, si riconoscono dalle foto compagni di viaggio, qualcuno che magari non c’è più ma che è vivo nel lavoro che continua senza sosta. Quest’anno l’annata è stata bbona e si battuto ogni record e il frantoio da ottobre non ha osservato una pausa, che fosse una. Si arriva alla ristrutturazione e si inaugura il macino e, nel frattempo, cresce anche il numero dei soci. Si arriva ai marchi e nel 1998 Nuovo Cilento produce il primo olio bio e finisce, poiché negli stessi anni nasce il Parco del Cilento e il WWF vuole commercializzare il loro olio, sulla copertina del Panda di mezzo mondo, compreso il Giappone. Nel 2013 si inaugura il frantoio, costruito, naturalmente, da un’altra cooperativa. Per la Leopard8, la Pieralisi, in pubblica assemblea, ringrazia la Nuovo Cilento per il contributo dato alla nascita di questa macchina. Si apre anche il ristorante, naturalmente ‘Al Frantoio’ e l’AgroFesta diventa un momento ludico e di promozione più ampio e si trasforma in ‘Settembre ai Fichi’. Ma la promozione, la difesa dell’ambiente, la ricerca e l’educazione al gusto sono ormai una parte essenziale del lavoro della Cooperativa e, così, si comincia a confrontarsi con tante, diverse culture, fino ad arrivare addirittura all’agricoltura organica rigenerativa e a Jairo Rastreipo. E questo è un altro pezzo del ‘metodo’: i viaggi per la cultura, “e la visita ad altre cooperative, che avevano fatto meglio di noi”, la costruzione della rete.

Parole chiave: IN PRIMO PIANO

Condividi sui Social Network