‘La COOP di un altro genere': la memoria nelle radici per mettere ali al futuro

coop di un altro genere

 

“Un racconto necessario e affascinante … una riflessione corale indispensabile sul rapporto tra donne e Unicoop Tirreno, dalle origini, da La Proletaria ai giorni nostri”, questo il giudizio concorde dei relatori che hanno animato la presentazione del libro ‘La COOP di un altro genere. Lavoro, rappresentazioni, linguaggi e ruoli al femminile’, a cura di Enrico Mannari, direttore scientifico della Fondazione Memorie Cooperative. L’evento è stato organizzato ad Avellino, presso la Sala Ripa del Carcere Borbonico, dalla Sezione Soci Irpinia e a fare gli onori di casa c’erano la presidente, Anna Maria Catena, e la vice presidente, Gaetana Aufiero che ha anche moderato il dibattito. Sono intervenuti, oltre a Mannari, Giuseppe Moricola, docente di Storia Economica Università ‘Orientale’ di Napoli; Anna Ceprano, responsabile Cooperative Culturali Legacoop Campania; Massimo Favilli, direttore Soci e Comunicazione Unicoop Tirreno. Un volume prezioso, che restituisce una pagina importante della nostra storia cooperativa. “Nel libro – racconta Mannari – si intreccia la storia delle donne, nei loro vari ruoli di socie, dipendenti e consumatrici, con quella de La Proletaria, poi Toscana Lazio ed infine, più recentemente, Unicoop Tirreno, con le loro lotte per i diritti politici e sociali, con la loro crescita ed emancipazione, in un Paese che vuol ricominciare dopo il devastante secondo conflitto mondiale”. In definitiva, uno spaccato del rapporto conflittuale tra questione femminile e cooperazione, senza filtri, che evidenzia luci ed ombre di una gestione che ha spesso manifestato un’impronta “paternalistica”, rispetto alla quale la cooperativa toscana ha sicuramente il grande merito di aver aperto nuove e ineludibili frontiere di studio. Per il 70° compleanno, Unicoop Tirreno ha focalizzato le attività su due progetti, da una parte ‘Coopstartup Unicoop Tirreno’ e, dall’altra, questa pubblicazione, nell’anno in cui si festeggia anche il 70° anniversario del diritto di voto alle donne, per ricordare la sua storia e proporre spunti di riflessione per il futuro. “La memoria, dunque, nelle radici, per mettere ali al futuro”: un patrimonio di valori e di esperienze da consegnare ai giovani, ma soprattutto alle giovani donne perché, come diceva un vecchio slogan  ‘dalle donne la forze delle donne’, perché occorre che siano in primo luogo le donne stesse a non abbassare mai la guardia sui diritti, la libertà e le conquiste acquisite in decenni di lotte, perché un’”emancipazione sotto tutela” non serve a far crescere né le donne né gli uomini. Insomma, questo è un libro di cui essere grati ad Unicoop Tirreno anche per il metodo scelto di ricerca, condotto sullo studio di verbali, riviste, volantini, materiale fotografico, conservato nell’Archivio Storico della Cooperativa, ma, soprattutto, per le testimonianze delle donne protagoniste di questa esaltante e controversa storia, che toccano e stimolano nel più profondo la riflessione il lettore. Si parte dalle origini e dal solidarismo nella  “cittadella operaia” del dopoguerra, dove una cooperativa che nasce “femmina” (La Proletaria), non vede, tra i primi trenta soci costituenti, nessuna componente femminile. Da qui, il rapporto “collaterale” con l’UDI e, successivamente, la ricerca di un rapporto che esca dai propri confini regionali con la Commissione delle Cooperatrici della Lega delle Cooperative, che pure però non avrà un percorso lineare nelle volontà dei vertici nazionali. Si parla correttamente di ”concezione maschilista del bene sociale” e, nel contempo, si sperimenta la crescita delle donne nella base sociale, e qui il ruolo determinate delle e nelle Sezioni Soci, perché quella femminile è una presenza ritenuta assolutamente funzionale alle strategie di sviluppo economico della Cooperativa. Fino ad arrivare al periodo che va dal 1968 ad oggi, dove addirittura le donne negli anni Settanta, gli anni forti del protagonismo delle lotte del Movimento femminista, scompaiono dal CdA della Cooperativa, per ricomparire all’inizio degli anni Ottanta, e, finalmente, cominciare, soprattutto dai anni Novanta, ad affermarsi anche in ruoli dirigenti, a dare grande attenzione con innumerevoli e innovativi progetti, grazie anche alla propria Commissione pari Opportunità, alle tematiche e problematiche femminili. Nel corso del dibattito ognuno degli intervenuti ha voluto ricordare Vanda Spoto, “donna COOP e di sinistra”, come amava presentarsi, già presidente di Legacoop Campania e vice presidente nazionale di Legacoop, prima donna in 125 anni di storia del movimento cooperativo ad essere investita di un ruolo apicale di tale importanza. Questo libro, dunque, rappresenta uno stimolo fondamentale per ricostruire il ruolo che le donne hanno avuto, più in generale, nello sviluppo della cooperazione, nei vari comparti produttivi, e di come ancora oggi venga percepita la donna in un mondo in cui passi avanti sono stati fatti nel riconoscimento di uno sguardo altro, ma in cui ancora molto resta da fare. In questo contesto, Unicoop Tirreno ha “tracciato la strada”, come dice il presidente Marco Lami nella premessa al testo, “ma con determinazione e coerenza bisogna fare di più, consapevoli che viviamo in tempi che sembrano non dare valore … a temi quali quello delle pari opportunità”.

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