Cooperativa Dedalus. Chiusa Casa Fiorinda, unica casa per donne maltrattate a Napoli

dedalus dic. 2015

 

 

 

Per noi tutte è un triste giorno….
Ieri, 23 giugno 2016, la porta di Casa Fiorinda, l’unica casa per donne maltrattate presente a Napoli in un bene sottratto alla camorra che ha ascoltato e messo in protezione più di 200 donne è stata chiusa. Ebbene sì, dopo 5 anni di attività Casa Fiorinda ha chiuso le porte alle donne e ai loro figli che subiscono maltrattamenti e chiedono protezione per realizzare una nuova vita libere dalla violenza. Vedere tutto chiuso nelle scatole e fare l’inventario di tutto, ha fatto ripercorrere alle operatrici impegnate in questi anni nella lotta quotidiana alla violenza sulle donne tutte le emozioni, paure, gioie, pianti, risate, conquiste che hanno caratterizzato la relazione tra le donne di Casa Fiorinda operatrici ed osp
iti che hanno dato vita in questi anni ad un luogo fisico di accoglienza e solidarietà dove poter sperimentare, attraversola relazione tra donne, che uscire dalla violenza è possibile. Casa Fiorinda come tutti i Centri Antiviolenza e le Case rifugio non sono servizi qualsiasi, ma SERVIZI
PUBBLICI ed ESSENZIALI e dovrebbero essere garantiti sempre e con continuità: in un periodo storico in cui si parla tanto di femminicidio, si invitano le donne a denunciare e a non aver paura dei compagni violenti, i CAV continuano ad annaspare e a chiudere, Casa Fiorinda chiude. Invano sembrano sanciti gli obblighi dello Stato in tutte le sue articolazioni in merito alla protezione delle vittime e alla prevenzione del fenomeno, così come previsto dalla Convenzione sulla Violenza contro le donne del Consiglio d’Europa (Istanbul, 2011) La violenza maschile sulle donne è un problema politico che affonda le sue radici nella disparità fra i sessi e nella discriminazione, queste radici vanno estirpate: le leggi ci sono, abbiamo combattuto duramente per ottenerle, sembra che dobbiamo continuare a combattere per farle rispettare.
Ma cosa è successo? Casa Fiorinda, pur se prevista nel piano sociale di zona per la prossima programmazione, non ha avuto continuità perché il Comune di Napoli non ha emesso, in tempo, l’avviso pubblico per la prossima aggiudicazione. l Comune, si giustifica dicendo che non è stato messo ancora in condizione di programmare la prima annualità dell’attuale triennio di programmazione della 328 (2016-2018) perché la Regione non ha avviato ancora le procedure di trasferimento fondi. Contestualmente, la Regione, per poter aprire la procedura agli Ambiti Territoriali, attende dal Ministero il riparto del Fondo Nazionale Politiche Sociali e l’attribuzione alle Regioni dei fondi da appostare nel bilancio. Come al solito le responsabilità si rimpallano, non si capisce di chi sono le responsabilità reali e le conseguenze, questo è invece certo e visibile, lo pagano le donne, chi ha bisogno di servizi, il welfare locale che appare sempre più debole
Che dire???
Mettere mano a questi aspetti, salvare la vita delle donne che subiscono gravi maltrattamenti, investire su servizi stabili e duraturi con figure professionali competenti e retribuite è questione fondante la stessa civiltà di una città e non può essere legata alla sola capacità politica amministrativa.

Cosa si aspetta ancora?
Le responsabilità politiche sono ampie e devono essere cercate ad ogni livello perché, al di là delle dichiarazioni di facciata, la riduzione delle risorse, le “distrazioni” di chi deve programmare ed appostare, le lungaggini burocratiche testimoniano un atteggiamento non realmente risolutivo e d’investimento sui temi del contrasto della violenza dei maschi sulle donne e sul supporto alla piena emancipazione delle donne
che fuoriescono da tali situazioni. Al contrario, oggi, ospiti e operatrici di Casa Fiorinda (per altro e non ultimo 7 donne con professionalità consolidate e con forte passione che oggi rischiano di perdere il lavoro) sono accomunate dalla dissoluzione del presente e dalle nebbie fitte del futuro.
Noi abbiamo ancora voglia di lottare e il Sindaco, l’assessore competente, e i servizi dedicati possano
arginare al più presto la ferita che si è aperta con la chiusura di Casa Fiorinda

Le Donne di Casa Fiorinda

(fonte: Ufficio Stampa Coop. Dedalus)

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